La posizione di Mario Corsi, Massimo Carminati, Claudio Bracci sarà archiviata il 6 dicembre 2000 dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Milano, Clementina Forleo. Questa è la sua conclusione:
“Le possibili ulteriori indagini prospettate sul punto dalla consulenza tecnico-documentale effettuata dal professor Aldo Giannuli sul materiale presente negli archivi del DCPP e della GdF non consentirebbero, per pur parziale ammissione dello stesso consulente, di pervenire a risultati in questa sede utili. Ciò, quanto in particolare allesame degli archivi del Sismi e del Sisde e alle eventuali note in essi presenti, per laccertata frequente inattendibilità, in sedi parallele, di fonti di tal tipo (…) Pure infruttuose appaiono in prospettiva le indagini proposte dalla memoria, peraltro non configurante rituale opposizione, di recente presentata dall’avvocato Mariani, difensore della famiglia Tinelli, dal momento che le stesse (confronto dei proiettili con cui furono uccisi i due ragazzi e il bossolo rinvenuto successivamente in via Mancinelli da Mauro Brutto; esame delle cartine topografiche rinvenute nellabitazione dello Spotti; ulteriore audizione dellIzzo; acquisizione di atti di altri procedimenti) evidentemente non consentirebbero, qualunque ne fosse lesito, di superare gli esiti delle indagini finora svolte (…) Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva e in particolare degli attuali indagati (Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci), appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura de relato delle pur rilevanti dichiarazioni. È dunque mancato il coraggio della giustizia e la forza della politica. Forse perché lomicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci conserva ancora oggi qualcosa di indicibile.
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