Le indagini dureranno anni. Le carte passeranno nel corso del tempo tra le mani di numerosi giudici e magistrati: Armando Spataro, Graziella Mascarello, Attilio Barazzetta fino al giudice Guido Salvini, uno dei massimi esperti di eversione nera. Al termine dellinchiesta restano tre gli indiziati: Mario Corsi detto Marione, neofascista, Massimo Carminati e Claudio Bracci, affiliati alla banda della Magliana. Un lavoro paziente e attento dei documenti di rivendicazione, degli atti giudiziari di altri processi, lunghi periodi di meticolose letture e riflessioni portano il giudice Guido Salvini a formulare unipotesi:”Il delitto fu rivendicato da un volantino a firma Esercito Nazionale Rivoluzionario, Brigata Combattente Franco Anselmi e numerosi pentiti già aderenti a gruppi di estrema destra hanno indicato nellambiente romano dei Nar il contesto in cui fu preparato lattentato. Il comportamento degli sparatori riporta inequivocabilmente a una matrice eversiva di destra: esecuzione a sangue freddo delle due vittime mentre esse si trovavano nei pressi di un centro sociale di sinistra, giovane età degli sparatori, abbigliamento, utilizzo di un sacchetto di plastica per raccogliere i bossoli e non consentire una perizia comparativa con altri episodi analoghi.” Guido Salvini delinea le accuse per Mario Corsi: “Gli elementi a carico di Mario Corsi possono così sintetizzarsi: Sequestro nella sua abitazione, nel 1978 a seguito di un arresto avvenuto a Roma per unaltra aggressione, di fotografie di Fausto e Iaio e dei funerali degli stessi acquisite presso l’archivio di uno zio giornalista a Cremona. La disponibilità di tali fotografie appare assolutamente ingiustificata trattandosi non di fotografie di camerati, ma di avversari politici caduti in unaltra città. Presenza di Mario Corsi, unitamente ad altri camerati romani,
secondo la testimonianza di Mario Spotti sostanzialmente non smentita dallo stesso Corsi, a Cremona nei giorni circostanti l’omicidio. In tale città, in quel periodo prestava servizio militare un altro esponente del F.U.A.N., Guido Zappavigna, mentre Mario Spotti si era poco tempo prima recato a Roma per acquistare una pistola da Franco Anselmi. Mario Spotti ha inoltre ammesso di avere distrutto la propria agenda del 1978 che poteva fornire ulteriori dettagli dei legami logistici fra Roma e la Lombardia. Lo stesso, coinvolto in altre vicende di armi a Bolzano, si è suicidato nel 1995. Indicazioni, sia pur generiche, n ordine alla responsabilità del gruppo Corsi nel duplice omicidio, provenienti dai pentiti dellarea di estrema destra Cristiano Fioravanti, Walter Sordi, Stefano Soderini, Paolo Bianchi, Patrizio Trochei e Angelo Izzo, mentre le indicazioni di Sergio Calore e Paolo Aleardi riguardano genericamente la destra romana. In particolare Paolo Bianchi avrebbe ricevuto dal Corsi una sorta di confessione diretta e caratterizzata da qualche particolare in occasione di una successiva azione di autofinanziamento commessa in comune con il gruppo di Corsi. Soprattutto Angelo Izzo ha parlato di un episodio avvenuto a Milano nel 1978 riconducibile, quale modus operandi, al duplice omicidio di Fausto e Iaio in quanto rivolto contro un altro esponente del Leoncavallo (seppure a livello più alto) e commesso da elementi dellestrema destra romana in trasferta. Angelo Izzo ha infatti dichiarato di avere appreso da Valerio Fioravanti e Mario Corsi che costoro si erano recati a Milano, nel 1979, insieme a Guido Zappavigna con lintenzione di uccidere Andrea Bellini, esponente prima del gruppo Casoretto e poi del circolo Leoncavallo, che allora era sospettato di avere partecipato alluccisione dello studente missino Sergio Ramelli.
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